Cilento, adottare una capra su Facebook fa bene al cuore.

La Federico II promuove il latte delle caprette dell’associazione Giovani Speranze: le sorprendenti quantità di acido oleico hanno effetti benefici a livello cardiovascolare.
Adesso potranno scriverlo anche sulla carta identità di Macchia, insieme all’altezza (70 centimetri, per la cronaca) e al colore degli occhi (neri): il suo latte fa bene al cuore. Perché l’ultimo imprimatur al progetto “Adotta una capra” dell’associazione cilentana Giovani Speranze arriva dal dipartimento di farmacia della Federico II, a seguito delle analisi sulla qualità del latte delle cinquanta caprette sbarcate, da tempo, su Facebook.

Ebbene, si legge nel report, “di grande interesse è il contenuto in acido oleico pari a circa un terzo di quello dell’olio extra-vergine di oliva. Tale acido grasso è ben noto per i suoi effetti benefici a livello cardiovascolare e per la sua capacità di agevolare l’assorbimento intestinale di altri acidi grassi insaturi protettivi di cuore e vasi”. E chissà che non c’entri, questo, anche con la conclamata longevità del popolo cilentano.
Quel che è certo è che l’ultimo disco verde accademico dà un nuovo slancio al progetto che, partendo da Novi Velia, un paesino di 2300 anime nel cuore del Cilento, ha conquistato il popolo dei social network ed è stato già applaudito da ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina.

Conquistando “donatori” da tutta Italia: basta un versamento di duecento euro e si diventa soci sostenitori di Giovani Speranze. “E ai donatori – spiega la portavoce Valeria Romanelli – diamo la carta d’identità dell’animale e un aggiornamento periodico, anche fotografico. E poi regaliamo a scelta formaggio fresco, stagionato o semi-stagionato, ricotta o cacioricotta. Ma non è un acquisto: chi dona, lo fa perché crede in noi”.

La gente crede, eccome. E il gregge cresce, grazie a chi – come il console onorario del Portogallo, Maria Luisa Cusati – si lascia conquistare dal tenero sguardo delle capre (la “sua” si chiama Film, che pascola a fianco a Musica: l’ha adottata un coro, il nome era quasi obbligato).

Così, c’è chi adotta una capra per amore (di qui anche il singolare ma efficace hashtag #agoatforlove) o per regalare un sorriso al proprio bimbo (#agoatforsmile); gli scout hanno invece adottato Piccola Orma, tenerissima; il presidente della Camera di commercio di Salerno (che ha patrocinato l’iniziativa), Andrea Prete, ha adottato Epicurea, che va d’accordissimo con Vrenzola. Da queste parti, non c’è aria di sacrifici pasquali: è il miracolo di una startup in grado di rilanciare la pastorizia, da 21 a 50 capi in pochi mesi. E come per incanto non appare più un obbligo fuggire via dal Cilento: il futuro, chissà, può essere qui.

Facendo pascolare le capre su terreni che d’inverno si ricoprono di neve e d’estate regala scorci di meraviglia, con panorami che arrivano ad abbracciare anche le isole Eolie. L’idea, del resto, è semplice: chiunque può aiutare i giovani cilentani. E restare aggiornato sulla salute della “sua” capretta. “E non finisce qui”, sorridono i pastori 2.0: hanno una luce negli occhi, Gaetano, Angelo, Federico, Rosario, Simona e Carminuccio.

Don Aniello Panzariello, il parroco di Novi Velia che per primo ha creduto in loro, ha visto giusto. “E allora il prossimo passo è costituirci in cooperativa sociale agricola e mettere insieme le risorse per impiantare un vero caseificio”.

Quarantamila euro per realizzarlo (per dare una mano, andate sulla pagina Facebook “Giovani Speranze”): il latte delle capre cilentane fa bene al cuore, credere nei sogni anche.

 

Fonte: napoli.repubblica.it

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